Poeta russo e Premio Nobel per la letteratura nel 1987. Esordì nel 1958, pubblicando alcune poesie in una rivista clandestina: riconosciuto come uno dei lirici più dotati della sua generazione, ebbe il sostegno di Anna Achmatova che gli dedicò una delle sue raccolte (1963). Nel 1964 venne arrestato con l’accusa di parassitismo e condannato a cinque anni di lavori forzati, dopo un processo che scatenò violente reazioni nell’opinione pubblica mondiale. Rilasciato dopo diciotto mesi, tornò a vivere a Leningrado, dedicandosi soprattutto alla traduzione di poeti inglesi (Donne, Hopkins). La sua raccolta di versi Fermata nel deserto usciva intanto a New York, nel 1970. Nel 1972 fu costretto dalle autorità sovietiche a emigrare, e si stabilì negli Stati Uniti, dove tenne corsi in varie università e svolse ampia attività pubblicistica (Fuga da Bisanzio, Less than one, 1986) e poetica (Elegie romane, 1982). Nel discorso pronunciato quando, nel 1987, fu insignito del premio Nobel per la letteratura, individuò le radici linguistiche e tematiche della sua opera di «classico contemporaneo» in quattro poeti: A. Achmatova, M. Cvetaeva, D. Frost e W.H. Auden. In Italia la sua opera è pubblicata da Adelphi.